IN MERITO ALLA PARTITA DEGLI ALLIEVI A LAERRU, IL VICE PRESIDENTE DELLA SOCIETA' MARIANO BRIANDA MI HA PASSATO UNA NOTA CHE RIGUARDA ALCUNE CONSIDERAZIONI PERSONALI E DELLA SOCIETA' STESSA. MI HA PREGATO DI SCUSARLO PER LA LUNGHEZZA E MI HA RACCOMANDATO DI FARLA LEGGERE AGLI ALLIEVI (E NON SOLO) PER SUSCITARE UNA LORO RIFLESSIONE.
Bomba Giudiziaria.
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.....E’ stata una giornata buia per la San Paolo! Nonostante la partita degli Allievi a Laerru sia stata anche piacevole, quella di domenica mattina è stata una di quelle giornate nere, che pesano, che lasciano l’amaro in bocca, che incidono sulla coscienza non solo dei ragazzi, ma anche di tutti coloro che a quell’incontro di calcio (perché per questo siamo andati a Laerru!) hanno assistito, genitori, tifosi, accompagnatori ecc.
Per carità: niente di drammatico, si badi! Anzi, tutto potrebbe essere liquidato dicendo “tutta esperienza che serve a crescere”. Non immaginatevi infatti, che sia successo chissà che cosa! Però, è successo e non può essere taciuto; ed è successo a noi, a noi della San Paolo che sembravamo immuni da certi atteggiamenti e che dobbiamo essere immuni da comportamenti che possono essere solamente condannati, che non hanno nessuna scusante, mai, in nessun caso, anche quando si ritiene di avere ragione.
Al primo tempo la San Paolo ha letteralmente subissato l’avversario ma ha fatto soltanto un gol, sbagliandone almeno altri quattro assolutamente clamorosi. Nel secondo tempo, vuoi per la stanchezza, vuoi per la delusione di non arrivare mai al gol della sicurezza, vuoi per gli avversari che (un pò) hanno giocato meglio che nella prima frazione di gioco, vuoi per il comportamento dell’arbitro di cui dirò avanti (attenzione: la critica all’arbitro non riguarda affatto le sue scelte tecniche), sta di fatto che mentre la partita si stava o poteva avviarsi al risultato di uno a zero per noi, la più classica delle ripartenze con la squadra sbilanciata in avanti e la praticità di una azione condotta dai nostri avversari sempre in prima battuta, ha portato al pareggio. Inutili i tentativi (peraltro a quel punto molto disordinati) di ritornare in vantaggio. Pazienza: dovevamo vincere, meritavamo di vincere e invece abbiamo pareggiato. Che sarà mai? Quante volte è capitato in passato? Che cosa c’è stato di differente ieri? È successo che già nella parte finale della partita e poi dopo il triplice fischio dell’arbitro alcuni nostri ragazzi -forse anche per un eccesso di stanchezza, sicuramente perché animati da un nervosismo eccessivo e evidente-, hanno incominciato a “beccarsi” con alcuni avversari in modo sempre più marcato. Tale situazione ha vissuto un crescendo fino alla porta degli spogliatoi. Qui, purtroppo, potrebbe esserci stato (a quel punto dalla tribuna io non vedevo più quanto accadeva) un contatto tra uno o due nostri giocatori con quelli avversari, nel senso che (ma questo mi è stato raccontato) i nostri sono stati oggetto di spintonamenti vari. Subito si sarebbero rifugiati nella loro stanza seguiti dai giocatori del Laerru e (ma questo deve essere ulteriormente accertato) anche dal loro allenatore che avrebbe fatto in tempo a dare una manata sul volto a due nostri giocatori (per quanto riguarda l’allenatore in parola, io stesso ho potuto sentire che nel tragitto verso gli spogliatoi, passando sotto la tribuna dove mi trovavo, ha chiamato un nostro giocatore con il termine di “co******”). Poiché i protagonisti di tale fase (due nostri giocatori, diversi giocatori del Laerru e il loro allenatore) erano in testa al “corteo” di coloro che stavano guadagnando gli spogliatoi, l’entrare velocemente negli spogliatoi da parte dei nostri ragazzi, l’inseguimento degli altri e l’aumento del vociare che ne è derivato, ha determinato l’improvviso correre di tutti i ragazzi di entrambe le squadre verso l’interno degli spogliatoi. La visione di tutti (o quasi tutti) i ragazzi vocianti che correvano verso gli spogliatoi a cui si sono aggiunti molti adulti (ritengo, o spero, per fare da paciere, ma io non ho visto cosa è successo dentro gli spogliatoi) è stata per me una scena che, debbo essere sincero, mi ha sconcertato e mi ha lasciato di stucco, perché tra quei ragazzi c’erano anche i “nostri ragazzi”. La fortuna ha voluto che aldilà delle voci e di quel contatto fisico che prima ho detto, niente altro sia successo. In realtà non è stata solo la fortuna. Mi è stato detto, ma non dal diretto interessato, che il mister Federico è riuscito a piantarsi sulla porta della stanza degli spogliatoi a noi destinata e a impedire con l’aiuto dell’arbitro che era alle sue spalle, l’ingresso o meglio lo sfondamento di quanti volevano entrarvi con intenzioni evidentemente non pacifiche.
Bene, in attesa che i due mister e il Dirigente Accompagnatore (che non ero io, ma non è questo il punto) si facciano una chiacchierata sull’accaduto con il nostro Presidente, per quello che ho visto dagli spalti, per quello che ho sentito a caldo da alcuni ragazzi, dopo avere parlato con il Presidente e concordemente con lo stesso, ritengo di dovere puntualizzare quattro cose su tutta la vicenda.
La prima cosa, quella in assoluto più importante è che quanto successo NON E’, NON PUO’ ESSERE e NON SARA’ MAI un comportamento della San Paolo o di cui la San Paolo non potrà vergognarsi! LA SAN PAOLO E’ ESATTAMENTE IL CONTRARIO. Ancorché il fatto non possa essere drammatizzato oltre misura, è chiaro tuttavia, che la società non può sottovalutare l’accaduto e prima di tutto deve guardare dentro se stessa: la società infatti, ha il diritto pieno di giudicare ed eventualmente stigmatizzare la condotta di tutti coloro che comunque rappresentano anche semplicemente di fatto il gruppo sportivo, siano essi giocatori, allenatori, dirigenti, ma anche semplici genitori a cui abbiamo sempre chiesto collaborazione e un comportamento che sia da esempio per -tutti- i nostri ragazzi e non soli per il singolo figlio. Chi dovesse ritenere di non condividere una tale risoluzione della società e, soprattutto, pensi di farsi le regole da sé, contravvenendo a quelle della società, abbia chiaro, ancora una volta, che all’interno del gruppo sportivo non c’è spazio per lui e non solo può, ma “deve” cercarsi un’altra squadra.
La seconda cosa, riguarda più specificamente la vicenda in esame. Almeno allo stato delle conoscenze (il Presidente sentirà gli allenatori e forse i ragazzi, vedremo i provvedimenti della FIGC), anche se nel forum qualche giocatore ha apprezzabilmente cominciato a domandare scusa (e ciò va a merito di quel giocatore), la società ritiene che non debba essere colpevolizzato nessun singolo giocatore in particolare e meno che meno gli allenatori per quanto accaduto; né importa stabilire se le responsabilità siano state più degli avversari piuttosto che dei nostri ragazzi: si osserva solo che quello che poteva essere concluso con una battuta di spirito tra ragazzi intelligenti e una significativa stretta di mano tra coetanei, si è invece trasformato in una situazione negativa, in una sorta di tumulto disordinato che ha riguardato tutti e che ha finito per trascinare in un giudizio non lusinghiero, non solamente la squadra degli Allievi, ma la società San Paolo nel suo complesso che, da oggi, non può più fregiarsi del vanto di essere un gruppo mai richiamato per fatti del genere. E’ evidente che se baruffa vi è stata, qualche parola sbagliata anche da parte nostra vi deve essere stata, e questo è proprio quello che dobbiamo imparare a evitare, proprio come “stile” della nostra società. Deve quindi rivolgersi l’invito ai giocatori degli Allievi perché, con i loro allenatori (ed eventualmente con i dirigenti), aprano al loro interno una riflessione critica e seria su quanto accaduto e discutano di una “responsabilità collettiva” di quanto capitato.
La terza cosa è la richiesta agli allenatori della squadra di togliere dal campo, immediatamente e a prescindere dal rendimento avuto fino a quel momento, quel giocatore che mettesse in essere condotte contrarie al comportamento che pretendiamo dai nostri ragazzi. Occorre ricordare che tra i comportamenti che meritano la sanzione predetta deve essere ricompreso anche un eccessivo nervosismo del ragazzo o una risposta sopra le righe data da un nostro giocatore a un avversario o all’arbitro, anche nel caso in cui tale risposta possa essere giustificata come reazione a una provocazione e anche nel caso in cui a causa di tale sanzione la squadra dovesse risultare indebolita o dovesse, addirittura, giocare con un giocatore in meno. Ai ragazzi deve sempre essere ricordato che giochiamo … per giocare, per divertirci e non per altro, per niente altro (mai per il risultato!).
L’ultima cosa (ultima anche in ordine di importanza) riguarda la tutela della società e dei ragazzi in sede FIGC. Certamente ci faremo sentire soprattutto per stigmatizzare due aspetti.
Il primo, come anticipato, riguarda l’arbitro. Parlava troppo e in qualche occasione proprio questo parlare eccessivo è stato fonte di nervosismo anziché di rasserenamento tra i giocatori, inducendoli a rispondere e a interloquire in situazioni particolari per la stanchezza e lo stress della gara in corso. Se del caso una nota di protesta sarà inviata anche alla società del Laerru.
Il secondo aspetto riguarda la condotta dell’allenatore avversario. Se è grave che dei coetanei siano entrati nello spogliatoio con intenzioni non propriamente pacifiche, è molto più grave che sia entrato con lo stesso spirito l’allenatore del Laerru e che dopo avere chiamato un nostro giocatore “co******”, arrivato dentro lo spogliatoio lo abbia colpito con una manata al volto e abbia colpito anche un altro giocatore. Ovviamente tale comportamento dell’allenatore avversario deve ancora essere provato, corrispondendo quanto sopra detto solamente a una ipotesi tutta da verificare.
Tutto qui.
Debbo solo aggiungere tre considerazioni a titolo esclusivamente personale:
1) non ho nessuna intenzione di spendere quel poco tempo libero che ho per organizzare sani e appassionanti divertimenti calcistici per i nostri ragazzi se tali divertimenti si trasformano poi in altrettante occasioni di rissa o peggio ancora: non ho niente da spartire con tutto ciò! avviso perciò, che se dovessi assistere a un solo nuovo episodio del genere di quello di cui stiamo parlando (e, ribadisco, non mi interessa se i nostri ragazzi hanno o meno ragione) presenterò immediatamente le mie dimissioni dal Gruppo Sportivo.
2) non vuole essere un appunto per nessuno, ma non posso non evidenziare che domenica scorsa, pur non essendo Dirigente Accompagnatore, ero presente e ho assistito alla partita. Siccome sono pur sempre il Vice Presidente del GS San Paolo e comunque li ero il Dirigente “più alto in grado” della società, avrei preferito una qualche comunicazione dallo staff tecnico, per così dire, a caldo, anche per una eventuale protesta immediata con l’arbitro. Invece, a parte una versione molto parziale appresa da Tommaso nel viaggio di ritorno (ma Tommaso non si è trovato al centro dei fatti) niente altro è successo al riguardo, almeno fino ad adesso.
3) dato quanto sopra, per evidenti ragioni, non mi sento di scrivere il consueto “profilo della settimana”: mi scuso con chi ha giocato bene e magari si aspetta “una citazione e un incoraggiamento”, ma, oggi, di questo aspetto…. non me ne importa niente.
Mi scuso per la lunghezza.
MARIANO BRIANDA