Nei giorni scorsi mi sono pervenute due bellissime lettere scritte da bambini, in tempi diversi, e pubblicate sul mensile sportivo “il Nuovo Calcio”. Dopo averle lette ho deciso di pubblicarle nel nostro sito, incominciando da quella intitolata “Papà è solo un gioco”; i prossimi giorni pubblicherò la seconda dal titolo “Vorrei giocare”. Vi invito a leggere attentamente quanto scritto, perché il tutto sposa pienamente quella che è la filosofia del nostro gruppo sportivo, basata sui valori dell’educazione, del rispetto e della possibilità di far praticare sport anche ai bimbi e ragazzi meno dotati tecnicamente. Riflettiamo su ciò che c’è scritto, in particolare perché è opera di un bambino ed a pensare su ciò che possiamo fare per migliorare i nostri comportamenti in occasione delle partite di calcio, che devono essere una festa per tutti, a prescindere dal risultato.
PAPÀ È SOLO UN GIOCO
“Caro papà lo sai che quasi mi mettevo a piangere dalla rabbia quando ti sei arrampicato sulla rete di recinzione urlando contro l’arbitro? Io non ti avevo mai visto così arrabbiato! Forse sarà anche vero che lui (l’arbitro) ha sbagliato, ma quante volte io ho fatto degli errori senza che tu mi dicessi niente? Anche se ho perso la partita “per colpa dell’arbitro”, come dici tu, mi sono divertito lo stesso.
Ho ancora molte gare da giocare e sono sicuro che, se non griderai più, l’arbitro sbaglierà di meno…
Papà capisci io voglio solo giocare; ti prego lasciamela questa gioia, non darmi suggerimenti che mi fanno solo innervosire: “tira”, “passa”, “buttalo giù”…. Mi hai insegnato a rispettare tutti, anche l’arbitro e gli avversari, e a essere sempre educato….. E se “buttassero giù me”, quante parolacce diresti? Un’altra cosa papà: quando il “mister” mi sostituisce o non mi fa giocare, non arrabbiarti. Io mi diverto anche a vedere i miei amici, stando seduto in panchina. Siamo in tanti, ed è giusto far giocare tutti, come dice il mio “mister”…
E, per piacere, insegnami a pulire le mie scarpe da calcio. Non è bello che tu lo faccia al posto mio, ti pare?
Scusami papà, ma non dire alla mamma, al ritorno dalla partita: “oggi ha vinto” o “ha perso”; dille solo che mi sono divertito tanto e basta.
E poi non raccontare ti prego, che ho vinto perché ho fatto un goal bellissimo: non è vero papà! Ho buttato il pallone dentro la porta perché il mio amico mi ha fatto un bel passaggio; il mio portiere ha parato tutto perché insieme ai miei amici, ci siamo impegnati moltissimo: per questo abbiamo vinto (l’ha detto anche il mister)!
E ascoltami papà: al termine della partita, non venire nello spogliatoio per vedere se faccio bene la doccia o se so vestirmi. Che importanza ha se mi metto la maglietta storta? Papà, devo imparare da solo! Sta sicuro che diventerò grande anche se avrò la maglietta rovesciata, ti sembra?
E lascia portare a me il borsone. Vedi? C’è stampato sopra il nome della mia squadra e mi fa piacere far vedere a tutti che io gioco a pallone .
Non prendertela papà, se ti ho detto queste cose, lo sai che ti voglio tanto bene…. Ma adesso è già tardi: devo correre al campo per l’allenamento. Se arrivo all’ultimo, il “mio mister” non mi farà giocare, la prossima volta….. Ciao!”
Lettera tratta da “Uomini nuovi per uno sport che educa” di Aldo Rabino
Vi ricordo che il resoconto delle partite del fine settimana lo troverete nella sezione “I Vostri Articoli” oppure “Ultimi Articoli”.
Nella Foto in alto il giocatore della San Paolo Micro-Micro Gabriele Porcu (anno di nascita 2003).
Inserito il 12-01-2009 21:45 / Aggiornato il 00-00-0000 00:00