Riporto di seguito il profilo della settimana, scritto dal Vice-Presidente Mariano Brianda, dedicato questa volta all'allenatore dei Mini a 7, Antonello Saba:
"Quando sono passato in via Besta, intorno alle 11, era già li, nel campo (Birra) Moretti, nel suo campo. Nessuno dei suoi piccoli discepoli era ancora arrivato, eppure lui era già li, attivo, presente, quasi frenetico. Ma la cosa più strana, quasi surreale, è che era in compagnia di un plotone di Vigili del Fuoco suoi colleghi i quali, indaffarati come lui, vagavano per il campo misurandone ogni angolo, tastando il terreno come se stessero cercando pepite d’oro. Ma che ci facevano i pompieri al campo di San Paolo? In effetti il campo era pressoché irriconoscibile. Simile a un enorme pozzanghera rettangolare o a una risaia, il terreno di gioco era completamente invaso dall’acqua la cui sorgente era ricercata da tutti quegli uomini in divisa che seguivano il nostro eroe e che si agitavano nel fango, frenetici come quei giovani volontari che tante opere della penna avevano salvato dalla alluvione a Firenze nel 1968. Preoccupato ho chiesto che cosa fosse successo e soprattutto che natura avesse quell’acqua o liquido che dir si voglia. Sono stato subito rassicurato: una condotta idrica (non fognaria) si era spaccata nel sottosuolo della via alle spalle della gradinata e ora l’acqua zampillava tra le ruote di contenimento degli spalti e si espandeva in ogni dove in quello che prima dell’alluvione era il campo (Birra) Moretti di via Besta. La situazione straordinaria, il camion dei pompieri parcheggiato con tutte le luci variopinte che lampeggiavano, l’acqua nel campo che lasciava pensare a una partita della Rari Nantes piuttosto che a quella della San Paolo, il passo da Comandante del nostro eroe che con fare esperto orientava i Vigili del Fuoco vestiti con la mimetica da Rambo, tutto lasciava presagire che quella di domenica sarebbe stata per Antonello, per il mister Antonello, una grande giornata, una di quelle occasioni per passare alla storia della San Paolo. Ed è per questo che oggi il profilo della settimana è tutto suo. Infatti, giunto l’arbitro, constatato che grazie al lavoro dei Vigili del Fuoco il campo era ritornato per magia come nuovo, pesante ma praticabile, la partita contro la Romangia poteva avere inizio. Ostica la Romangia: squadra coriacea nella quale si esprime tutto lo spirito battagliero che da sempre caratterizza la fierezza di Sorso. Partita dura, maschia, rude, aiutata in questa espressione dal campo reso pesante dal calcare dell’acqua della condotta idrica di Sassari, sprecata in strada e nel nostro campo anziché risparmiata. Ma noi non siamo stati mica a guardare. Memori degli insegnamenti del mister Saba, i nostri eroi, i suoi discepoli (quelli del 5 a 0 agognato e mai realizzato, per intenderci) ci hanno dato dentro, sempre presenti, matatori di un avversario mai domo e sempre incitato da genitori impressionati per le condizioni del terreno di gioco e anch’essi mai domi come i loro atleti in campo. E non solo c’eravamo, ma siamo anche passati in vantaggio segnando un gol molto bello. Poi, come succede alle grandi squadre, ci siamo chiusi e abbiamo alzato una diga (il termine diga è quanto mai appropriato vista l’acqua in campo). Col coltello tra i denti il nostro eroe, mister Saba, aiutato dal suo fedele, intelligente e torresino e bo, secondo, sembrava una specie di dea Kalì per il numero di indicazioni che con le sue sedici mani impartiva e segnalava ai bambini in campo per le posizioni che dovevano tenere, lo spazio da coprire, la diagonale che dovevano fare. E ad un tratto l’accerchiamento dell’avversario veniva spezzato e il pallino tornava di nuovo nelle nostre mani o meglio nei piedi dei nostri ragazzi che generosamente si proiettavano di nuovo in avanti. In almeno due occasioni si sfiorava il gol, ma purtroppo, niente da fare. Giunti a qualche minuto dalla fine la svolta storica. Era proprio destino che quelle occasioni non portassero ad alcun frutto: era necessario, infatti, che la pagina di Storia avvolgesse il campo per quegli ultimi minuti finali e si trasformasse in una vera e propria legenda, capace di scolpire la figura del mister Saba nella roccia dei migliori ricordi della San Paolo. Ebbene, questi i fatti. Mentre, nei minuti finali, appunto, i nostri piccoli eroi erano protesi in avanti nel tentativo di segnare il gol della sicurezza, la più classica delle ripartenze dell’avversario coglieva la squadra sbilanciata, consentendo al loro centravanti di sciabolare un tiro diagonale da sinistra verso destra che, velenoso come il serpente dell’Eden, attraversava la linea di porta del nostro incolpevole portierino, attraversava la zona retrostante la linea di porta e….cosa incredibile, attraversava anche… la rete, finendo contro il muro di contenimento e di confine del campo. Silenzio sugli spalti. Sulla scena, data la tensione del momento, era calata la moviola della vita: tutti a guardare l’arbitro. E l’arbitro, il simpaticissimo sig. Talponi (arbitro internazionale, Ceko, proveniente da Praga), cosa fa? Chiaro: fischia la rimessa dal fondo campo come se niente fosse. Neanche il tempo di sentire qualche protesta in sorsese dagli spalti che è accaduto quello che la Storia impone di raccontare nel dettaglio per scolpirlo a futura memoria dei posteri. Volutamente userò il passato remoto essendo un tempo più biblico: in primo luogo si oscurò il cielo; subito dopo si aprirono le nubi nere come il carbone e si aprì l’orizzonte; si sentì quindi preceduto da un lampo, una voce cavernosa che diceva pressappoco così: “…E tu, Kakasaba, figlio mio prediletto, tu che hai visto benissimo che la palla è entrata in porta, non dici niente? Taci tradendo i tuoi ideali e quelli dei tuoi allievi? Agisci con onestà! Sii te stesso come hai imparato alla San Paolo! E ricordati che se disubbidirai al precetto della lealtà, per punizione…sarai scacciato dal giardino terrestre di Carbonazzi e partorirai con dolore”. Il tutto era terminato con un fragoroso tuono sentito anche al Madau di Sorso. Ascoltate quelle parole evidentemente a lui indirizzate, il nostro Mister, capendo che l’allagamento del campo doveva essere letto come un segno premonitore, memore di quanto capitato ad altri in analoghe circostanze, e soprattutto preoccupato per l’ultimo ammonimento della “Voce” (…partorirai con dolore…), di colpo, quando l’arbitro si stava già posizionando per assistere alla rimessa dal fondo, camminando a un metro da terra e guardato esterrefatto dai bambini suoi discepoli (ognuno dei quali aveva una faccia da scafato furbetto del quartiere e aveva fatto l’indifferente fino a quel momento, fischiettando in attesa degli eventi), insomma, cosa fa il nostro mister Saba? Arriva a due centimetri dall’orecchio del sig. Talponi e gli dice qualcosa che la gente, li per li, non capisce. Qualcuno interpreta il labiale e azzarda: secondo me ha detto “facci perdere 5 a 0 ti prego”. Comunque, dopo quel bisbiglio all’orecchio, succede il fatto storico: l’arbitro –incredulo- si sconfessa e, fulminato come Saulo sulla via di Sennori, assegna il gol alla Romangia, ordinando palla al centro. Risultato: 1-1. Bambini e genitori di Sorso esultanti e i nostri…lo stesso. Sugli spalti il Presidente e il Vice, seduti a fianco, si guardano negli occhi e dopo un accenno tipo “porc..p.” o altro di simile, ritornano in loro, si alzano in piedi e cominciano ad applaudire in modo convinto il nostro Antonello, unico e inimitabile allenatore della San Paolo, esortando tutti a sottolineare il gesto di onestà straordinaria, un vero insegnamento indelebile per i nostri bambini (in verità pare che un paio si siano dimessi). L’applauso univoco al nostro allenatore è durato a lungo come alla fine di un concerto andato bene alla Scala, segno di grande apprezzamento per un gesto oramai più unico che raro in un modo nel quale i grandi campioni, modelli di vita per milioni di ragazzi, segnano di mano senza ammetterlo.
Vorrei concludere ringraziare a nome della San Paolo Antonello Saba che può essere definito solamente con le parole di Arrigo Sacchi, uno che di calcio se ne intende: S-T-R-A-O-R-D-I-N-E-R-I-O. Complimenti Antonè. Forza San Paolo."
Inserito il 24-02-2009 14:29 / Aggiornato il 00-00-0000 00:00